DANZATERAPIA, CONTESTI D’INSERIMENTO: DA BUENOS AIRES A MILANO

24 settembre 2010 § Lascia un commento

Valentina Vano, Danzaterapia, Maria Fux, Milano

Fotografia Celeste Miguens www.celestemiguens.com.ar

Percorso di danzaterapia nella provincia di

Buenos Aires

Uno spazio fisico ed affettivo per donne con necessità speciali

Hogar Santa Rosa  (Il Focolare di Santa Rosa)

Località Tigre, Buenos Aires, Argentina

Valentina Vano, Danzaterapia, Maria Fux

L’Istituto Santa Rosa è un centro di accoglienza permanente per donne con  “necessità speciali”, cioè disabili. Attualmente accoglie e si prende cura di 45 donne che conformano un gruppo assai eterogeneo di tutte le età, convivendo assieme, dalle bambine fino alle persone anziane, tutte affette da ritardo mentale da grave a molto grave (Sindrome di Down, autismo, ecc.ecc.).

Nella maggior parte dei casi le residenti soffrono anche di una disabilità fisica parziale o totale.

HOGAR SANTA ROSA: LA STORIA

Costruito nel 1930 come casa di villeggiatura della famiglia Valle della località denominata Tigre nella Provincia della capitale argentina Buenos Aires, l’Istituto si trova a circa un’ora dal centro della città,  in posizione ridente sulle rive del fiume Lujan, a ridosso di un belvedere che attrae numeroso il turismo dalla vicina megalopoli.

VALENTINA VANO, DANZATERAPIA, MARIA FUX

Nel 1974 la famiglia Valle donò l’edificio all’Opera di Don Orione e da allora si stabilì l’Hogar Santa Rosa, il cui nome completo è  “Associazione Piccole Sorelle Missionarie della Carità”.

Valentina Vano, Danzaterapia, Maria Fux, Milano, Buenos Aires

L’Hogar è amministrato da cinque Sorelle coordinate abilmente dalla Superiora Sorella Marìa Amalia Lazzaroni. In supporto sono assunte stabilmente undici lavoranti, compreso le cuoche, una persona addetta alla lavanderia, personale generico per le pulizie e le maestranze in generale.

Inoltre ci sono sette professionisti con diverse mansioni per prendersi cura delle residenti: un medico, una psicologa ed alcuni terapisti occupazionali.

Il Laboratorio di DanzaTerapia si è sviluppato come attività del sabato mattina nell’ambito delle Terapie Creative (Arti Terapie) di cui si avvale l’Istituzione.

PICCOLE SUORE MISSIONARIE DELLA CARITA’ DELL’OPERA DI DON ORIONE

www.suoredonorione.org

Si occupano delle seguenti aree socio-sanitarie:

• Piccoli Cottolengo

• Case di riposo

• Piccoli ospedali

• Case per malati terminali

Valentina Vano, Danzaterapia, Maria Fux

Opere e Centri Educartivi e Socio-Educativi

• Opere educative
– Asili nido
– scuole materne, primarie e secondarie
– scuole professionali e speciale

• Opere socio-educative
– case famiglia (orfani, disabili…)
– centri diurni

• Centri educativi
– servizi di promozione religiosa-culturale
– biblioteche popolari itineranti (videoteche/DVD…)
– insegnamento nelle scuole pubbliche

Centri e Servizi di Promozione Umana

• Centri
– Ambulatori per piccole prestazioni mediche
– Dispensari o prevenzione alla salute
– Assistenza a persone malate e sole
– Promozione umana di poveri abbandonati, immigrati, rifugiati, anziani, ex carcerati ed emarginati dalla società
– Promozione della donna
– Prevenzione e formazione di minori a rischio
– Centri d’ascolto
Alfabetizzazione delle minoranze etniche e degli adulti

• Servizi
– Assistenza nelle case di recupero dei ragazzi con deviazioni comportamentali
– Assistenza presso ospedali, case di cura per anziani, centri di salute, centri terapeutici ed ambulatori
– Emergenze

Hogar Santa Rosa

MISSIONE:

Modernità e Tradizione

L’Opera Don Orione è sensibilissima al processo della storia e al passare del tempo, non estranea ai problemi dell’adesso e ora, non chiusa alle urgenze dettate dalle circostanze.

La sua fedeltà alla tradizione si unisce non solo all’impegno della promozione umana, ma al sentimento vivo di una modernità, all’esigenza di un rinnovamento.

Tutte le azioni dell’Opera sono sostenute dalla fede e dalla visione che la Dignità Umana della persona possa essere salvaguardata sempre, aldilà degli ostacoli e dalle situazioni di difficoltà fisica e psicologica apparentemente oggettive ed insormontabili.

Destinazione Uomo

“Nel più piccolo degli uomini brilla l’immagine di Dio”: e perciò Don Orione si mise alla ricerca degli uomini, specie dei più piccoli e dimenticati e trascurati, di chiunque avesse un dolore, una necessità, e si offrì a servire. In ogni uomo egli ama, adora, serve il “sacramento di Dio”. “Servire negli uomini il Figlio dell’uomo”. Il suo amore cercava di arrivare al singolo per rispondere ai suoi problemi, non solo quelli evidenti, costituiti da una malattia, da un handicap, dalla povertà materiale, ma anche quelli nascosti, quelli profondi dell’animo grazie a quel colloquio con gli individui che egli ricercò per tutta la vita. Si possono comprendere le mille trovate della sua carità per arrivare a tutti: la fittissima corrispondenza, la rete di amicizie, i colloqui richiesti e offerti senza risparmio di tempo e di fatica, gli incontri con persone ufficialmente sgradite, il recupero di lontani…

Valentina Vano, Maria Fux, Danzaterapia

Info:
Valentina Vano
danzaterapia@ymail.com
www.metodomariafux.com
Tel. 339.4805.033

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Valentina Vano web

Lezioni di danzaterapia individuali e di gruppo.

Per: adulti, bambini, terza e quarta età, attori, danzatori, cantanti lirici; disabilità, psichiatria, disagio, disturbi dell’ansia.

Seminari di formazione per operatori del settore e di pedagogia musicale per affinare un corretto ascolto della musica e sviluppare una maggior sensibilità alla percezione del suono.

Il Metodo applicato (Fux) è artistico e non si basa su contenuti psicoterapeutici.

DOPO DI NOI

17 agosto 2010 § Lascia un commento

Danzaterapia, Valentina Vano, Maria Fux

Irene e Romina

L’aspettativa di vita si è allungata per tutta la popolazione del primo mondo e per chi ha in carico un disabile adulto diventa importante pianificare strategie per soddisfare le esigenze primarie del soggetto svantaggiato quando questi s’incontrerà da solo.

In questo ambito di ampio e a volte angoscioso dibattito tra associazioni e famiglie, spazi residenziali e istituzioni, la danzaterapia di Marìa Fux ha dato risposte e sostegno della qualità della vita del soggetto disabile che comunque è chiamato alla gestione fisica ed emotiva del “tempo che passa” anche se ci sono altre persone che decidono per lui.

L’esperienza pratica ha dimostrato come questa semplice attività artistico-motoria legata alla danza possa risvegliare il corpo di persone vissute in solitudine per moltissimi anni diventando ben presto un appuntamento di allegria, libertà e incontro vero con l’altro e con la musica.

La danzaterapia metodo Fux ben si adatta a popolazioni di questo tipo essendo un’attività flessibile creata dal conduttore estemporaneamente e “su misura”  sul corpo dell’utenza, altamente artistica ed espressiva (danza) senza perdere le peculiarità di altissimo contenimento.

Nello stato emotivo dell’alunno la danzaterapia diventa fattore di resilienza alle sollecitazioni esterne e nel medio-lungo termine genera cambiamenti concreti apprezzabili sia da parenti che da operatori; il gruppo di danzatori diventa un punto di riferimento associato a un vissuto di fiducia e di benessere e il giorno della lezione diventa sempre un momento attesissimo per tutta la settimana.

IL DOMANI SI GIOCA SULL’OGGI

Frammento di un’intervista  a Chiara Malaguti

Cosa si intende per “Dopo di noi”?

Per “Dopo di noi” si intende come fa ad andare avanti una persona disabile quando i suoi genitori muoiono. Secondo me il dopo di noi si gioca soprattutto sul durante, ma questo anche per figli normalissimi. E’ importante il durante: se il genitore è riuscito a rendere autonomo il figlio. Se devo pensare ad un giorno in cui non ci saranno più i miei genitori penso solo ad un grande dolore, ma al di là di quello me la so cavare benissimo in tutto. Ho la patente, ho la macchina, certo quando non funziona vado da mio padre perché non me ne intendo, ma questo credo un po’ tutte le donne. I miei genitori mi hanno sempre aiutato a rendermi indipendente in tutto e per tutto. Ho una casa attrezzata e accessibile. E’ fondamentale che siano i genitori di un bambino con delle difficoltà a fargli capire che ce la può fare, ad appoggiarlo. Giocano un ruolo decisivo.

Nel caso un bambino non potesse contare sull’aiuto dei genitori (per vari motivi)?

E’ anche una questione di carattere. Io sono una persona determinata ed ho sempre desiderato essere indipendente. Ci sono persone molto in gamba che non hanno mai avuto una famiglia alle spalle che li appoggiasse, ma che sono diventate persone autonome.

Gli istituti non sono più legali. Le persone che hanno disabilità, magari più gravi della tua, sono abbastanza tutelate in Italia?

Non so dire. O vengono appoggiati a strutture tipo case famiglia o attraverso assistenze domiciliari, attraverso cooperative. Non ho esperienza diretta di questo.

Sono strutture pubbliche o associazioni private?

Non lo so. Comunque sono persone serene che si trovano bene.

Pensi che comunque siano una buona soluzione?

Certo, per chi è da solo almeno si creano dei legami. Non sarà mai come una famiglia, non sono le situazioni migliori, ma possono avere lati positivi. Alcune oltre ad essere strutture residenziali hanno anche al loro interno dei laboratori di lavoro.

Meglio dell’assistenza a domicilio?

Sì. Anche perché l’assistenza a domicilio spesso non è continua. O la paghi, oppure non è continua. Se non hai un gruppo di amici che ti seguono rimani solo. Certo, poi dipende anche dal carattere: c’è chi si trova meglio da solo.

La soluzione migliore è quindi la vita indipendente totale. Ma nel caso questa non sia possibile, la vita comunitaria è meglio che sia gestita dallo Stato (Comune) o meglio che sia iniziativa privata?

L’importante è il risultato piuttosto che chi la gestisce. Chi ci lavora come educatore deve essere una persona preparata che sa quello che fa. Non importa che sia pagato dallo stato o sia un privato. Certo, poi alcuni disabili hanno un bisogno irrinunciabile di essere seguiti per molte cose. Io sono stata anche qui abbastanza fortunata. Non cammino ma le gambe le sento, posso anche stare un attimo in piedi. E poi sono così fin dalla nascita, sono cresciuta così. Più che altro sono stati i miei genitori ad essere catapultati in un mondo che non conoscevano. Loro più di me hanno vissuto questa situazione come trauma. Ecco, probabilmente i miei genitori, pur avendomi messa in grado di vivere da sola, hanno molto timore del “Dopo di noi”, molto più di me. Mi rendo conto che hanno più paura per me, che per i miei fratelli

Però hanno agito in maniera positiva. Ti hanno cresciuto senza crearti una dipendenza dalla loro presenza costante.

Infatti. Molti genitori possono assumere degli atteggiamenti oppressivi, per eccesso di prudenza. Io ho avuto dei genitori in gamba anche se hanno avuto le loro paure. Sono persone coraggiose, alcuni miei parenti magari meno. Io ricordo che mia zia e i miei zii criticarono molto i miei genitori, ad esempio quando mi presero la macchina o quando sono andata in Brasile. Anche la gente del mio paese li ha criticati, ma loro sono andati avanti lo stesso. Però hanno fatto bene a fare così. Anche i miei fratelli mi hanno sempre appoggiato. Mia sorella è suora e sta in comunità a Ferrara, lei per me c’è  quando ho bisogno ma è chiaro che non potrà esserci sempre. Mio fratello è sposato con tre bambini, ha la sua vita. Non potranno sempre starmi appresso.

Comunque sai di avere sempre qualcuno vicino, almeno dal punto di vista affettivo, se non proprio come aiuto concreto.

Sì, ma io spero anche di farmi una famiglia più in là. Non sono sola comunque, ho tanti amici.

Cos’è il massimo grado di indipendenza?

Essere indipendente in tutte quelle cose che dipendono da te, nelle cose di tutti i giorni. E’ chiaro che io non scalerò mai il Monte Bianco, se devo salire sulla metropolitana, c’è un gradino e nessuno mi aiuta, posso fare poco. Fare tutto quello che puoi fare fin dove dipende da te.

Io mi ricordo che da piccola facevo di tutto per stare con i miei coetanei e fare quello che facevano loro. Ad esempio una volta ho camminato per dei chilometri, da piccola riuscivo un po’ a muovermi anche se male, perché i miei amici lo facevano e io dovevo a tutti i costi arrivare alla fine del percorso con loro. Tanto che mi sono sfasciata un piede. Poi si cresce e si prende consapevolezza dei propri limiti. Dipende sempre dal carattere che hai, dalla tua volontà. Indipendenza alla fine vuol dire poter dire di farcela da soli.

Per info:
Valentina Vano
danzaterapia@ymail.com
www.metodomariafux.com
Tel. 339.4805.033

Valentina Vano, Marìa Fux, Danzaterapia

Irene

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Lezioni di danzaterapia individuali e di gruppo.

Per: adulti, bambini, terza e quarta età, attori, danzatori, cantanti lirici; disabilità, psichiatria, disagio, disturbi dell’ansia.

Seminari di formazione per operatori del settore e di pedagogia musicale per affinare un corretto ascolto della musica e sviluppare una maggior sensibilità alla percezione del suono.

Il Metodo applicato (Fux) è artistico e non si basa su contenuti psicoterapeutici.

IMPROVVISAZIONE E CREATIVITA’ NELLA DANZA

30 luglio 2010 § 1 Commento

Valentina Vano, danzaterapia, Maria Fux

Inés

“Devo  ringraziare  la  vita:  nonostante  mi  abbia  sempre  sottoposta  ad  una  costante  e  difficile  lotta,
tuttavia  mi  ha  introdotta  nel  meraviglioso  mondo  della  danza  che  è,  in  essenza,
l’incontro  di  un  essere  con  gli  altri”
Marìa  Fux

Valentina Vano Danzaterapia Maria Fux Danza movimentoterapia

Valentina Vano

Arte e creatività sono le componenti fondamentali del metodo Fux nel quale la danza e il movimento, vissuti come viaggio interiore e improvvisazione, possono generare cambiamenti importanti nelle persone.

La proposta è semplice. Consiste nello stimolare le potenzialità nascoste negli alunni individuando, nello spazio vuoto che vive dentro di noi, la possibilità di immaginare, lasciando libero il corpo in movimento di poter fantasticare.

Senza mai pretendere di curare ma piuttosto mostrando le possibilità di un cambiamento intuitivo e personale, possiamo armonizzarci con la gravità del problema o del disagio che ci disturba: è sempre possibile modificare qualcosa e compiere un piccolo o grande passo verso il benessere.

Guardo la Musica (bambina ipoacustica)

Quando l’arte si unisce al movimento i miglioramenti non avvengono solo nella sfera fisica, nei muscoli, nelle articolazioni, ma è tutto il “corpo interno” che si risveglia dall’abbandono dell’isolamento, delle paure, delle frustrazioni, siano esse dovute a carenze di carattere psicologico o a veri e propri deficit sensoriali e psichici.

La danzaterapia promuove così la trasformazione dei  “NO”  del corpo (… non posso, non ce la faccio, non ci riesco …) in successivi  “SI”  del corpo  (… tutto ciò che sto facendo mi appartiene …).

Attraverso la danza e il setting altamente contenitivo indispensabile per una corretta applicazione del metodo, il corpo diventa protagonista e le zone dimenticate tornano alla luce per cercare un dialogo con il limite, lo spazio, la musica, l’altro, che come me sta cercando di esprimersi.

Valentina Vano, Danzaterapia, Maria Fux

Gruppo Integrato

Del resto quando danziamo non esprimiamo solo l’estetica del movimento, ma anche le paure, la rabbia, l’angoscia, il dolore, l’ansia che ci abitano. Tutti questi  “personaggi”  che convivono contemporaneamente nel nostro corpo si affannano per uscire allo scoperto e a venire in superficie con la stessa forza con cui resistiamo, spesso, ad accoglierli e a riconoscerli come parte di noi.

La danzaterapia si colloca come percorso terapeutico integrativo per dare sollievo a questo tipo di situazioni risolvendo problemi attraverso il movimento piuttosto che con la parola parlata, senza mai entrare in conflitto o volersi sostituire alla scienza della psicoterapia o psichiatria o a altre forme di terapia psicologica che, sebbene prevedano protocolli con sequenze motorie, nulla hanno a che vedere con questo tipo di metodologia che è semplicemente artistica.

Per info:
Valentina Vano
danzaterapia@ymail.com
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Tel. 339.4805.033

danzaterapia, Valentina Vano, Maria Fux

Marìa Fux con Marina

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